Quando nasce lo streetwear

In questo articolo esamineremo lo streetwear, lo stile casual in voga in questo periodo. In realtà si parla di una vecchia moda che si riafferma dopo anni. Il sentore si è manifestato già all’inizio dello scorso anno, ma a causa della pandemia comunque non ha potuto evolversi nella sua completezza. Finalmente è arrivato il momento di accogliere questo stile.

La ricerca della comodità

Lo scorso anno l’emergenza sanitaria ha bloccato l’intera umanità. In una società abituata alla condivisione e all’ostentazione, è stato imposto l’isolamento, o perlomeno limitato il contatto. Questo ha influito sulla sfera emotiva. Ora, stressati da mille condizioni esterne, la moda ha deciso di regalare una coccola. Lo streetwear accontenta tutti. Uomini e donne, adulti e ragazzi, possono adeguarsi allo stile senza risultare fuori luogo.

Quando nasce lo streetwear

Parliamo delle vere origini dello streetwear. Come raccontato su streetmagazine.it, questo stile d’abbigliamento sportivo si è diffuso negli anni ’90. Le radici vere e proprie sono da rintracciarsi nella cultura californiana, in modo particolare dal cuore di due sport popolari come il surf e lo skate. Lo stile esplode però abbinato alla danza hip-hop. Parliamo di un outfit che conta su capi pratici come jeans, t-shirt, cappelli e sneaker. Immaginiamo di camminare per le strade di Los Angeles negli ultimi anni’70 e ’80. Incontriamo molti che imbracciano la tavola da surf abbinata alla t-shirt. La maglietta è stato il primo vero capo protagonista. Successivamente quello che ha portato all’affermazione di questa moda è stata l’esclusività. L’idea veramente geniale è stata fare uscire serie di capi di abbigliamento in edizione limitata. Questo rende il singolo indumento ancora più esclusivo e accresce il desiderio dello stesso.

Storia dei marchi dello streetwear

Il marchio più conosciuto che si è orientato seriamente verso questa direzione è stato Adidas, che ha vestito soggetti punk e hip-hop. Anche Nike lo ha fatto, dettando il vero cambiamento, ovviamente questo grazie alla collaborazione di un testimonial d’eccezione, Michael Jordan, la grande superstar dell’NBA che per primo ha indossato le sneaker che ancora oggi affascinano tutte le generazioni. Successivamente entrano prorompenti altri capi d’abbigliamento che diventano indispensabili come i cappellini e le giacche. Col passare del tempo altri marchi si sono impegnati nelle creazioni streetwear aprendo la strada verso il mercato di lusso. Quando un capo diventa esclusivo, anche se sportivo, si può definire d’élite. In questi casi si applicano modifiche nell’utilizzo di stoffe pregiate, che rendono il singolo elemento unico.

Diventare un hypebeast

Chi desidera entrare nello stile, deve indossare felpe con cappuccio, pantaloni sportivi e scarpe da ginnastica; si possono abbinare gonnellini tipo tennis o leggings. Questo stile detta legge anche negli alti livelli della moda, caratterizzando le sfilate più prestigiose. Mentre una volta il capo si conformava alla fisicità di chi lo indossava, ora invece si va affermando il concetto dell’oversize, così comodo e di tendenza. L’abbigliamento formale non è più indispensabile come anni fa; anche in contesti più ufficiali lo streetwear diventa adeguato o perlomeno si possono abbinare ad un completo più impegnativo anche un paio di sneaker, smorzando l’effetto serioso. Una volta in ambito sartoriale nessuno avrebbe unito il minimalismo al lusso. Lo streetwear ha fatto questo. L’hypebeast ispirato dallo stile degli anni ’90, viene stregato principalmente dalle scarpe sportive. La passione si può trasformare in ossessione quando alcuni arrivano a collezionare centinaia di modelli diversi di sneaker. Nel tempo c’è stata un’evoluzione di questa figura. Molti (definiti reseller) decidono di acquistare capi esclusivi al dettaglio per poi rivenderli (resell) agli appassionati. Internet ha contribuito notevolmente alla diffusione del fenomeno. Numerosi blog esaltano quello che definiamo volgarmente l’abbigliamento della strada, il vero stile del momento.