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Startup e impresa tradizionale: le differenze

Non hai ben chiara la differenza che esiste tra startup e impresa tradizionale? Questo articolo fa per te!

Di seguito, infatti, vedremo i punti che rendono queste due attività imprenditoriali uniche e differenti tra loro.

Prima di entrare nello specifico, ti diciamo subito che a determinare se un’impresa può essere classificata in questo modo o no, è la legge 221/2012, conosciuta con il nome di Decreto Crescita 2.0.

Cos’è una startup

Stando alle linee guida dettate dal Decreto Crescita 2.0, una startup è un tipo di impresa che si contraddistingue in quanto innovativa, ovvero portatrice di innovazione.

Ma cosa significa? Secondo la legge, una startup deve offrire prodotti o servizi ad alto valore tecnologico, presentare un contenuto altamente innovativo e avere meno di 5 anni o essere stata costituita da zero.

Gli aspetti sopraelencati, però, non sono gli unici che determinano se un’impresa può rientrare nella in questa categoria. Infatti, ne esistono altri (che analizzeremo nel prossimo paragrafo) che sono poi quelli che creano le differenze con imprese tradizionali. 

I requisiti fondamentali di una startup

Entriamo adesso nel vivo del discorso e diamo uno sguardo a quelle che sono le peculiarità delle startup.

Innovazione

Qual è l’idea che c’è alla base della nascita di una startup? La volontà degli ideatori è di colmare un bisogno specifico dei consumatori che, fino a quel momento, non è stato soddisfatto da nessun altro.

Le startup, pertanto, si distinguono sul mercato per la loro natura innovativa, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche, e soprattutto, per la loro capacità di adottare prospettive diverse rispetto alle imprese tradizionali.

Scalabilità

Le start up devono essere in grado di espandersi rapidamente in modo esponenziale, senza poter fare affidamento su risorse iniziali considerevoli.

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La crescita, però, non riguarda solo l’aspetto economico, ma anche il rapido raggiungimento di un vasto numero di utenti nel minor tempo possibile.

Replicabilità

Cosa si intende per replicabilità? Una startup, per essere riconosciuta tale a livello globale, deve avere un modello di business che può essere trasferibile in diversi Paesi senza necessità di modifiche sostanziali.

Un esempio lampante è rappresentato da Tik Tok, che è riuscito ad espandersi rapidamente in tutto il mondo mantenendo intatta la sua struttura e diventando un importante strumento di marketing.

Per raggiungere questo obiettivo, gli ideatori si impegnano in processi di sperimentazione e correzione continui.

Questo aspetto rappresenta una differenza sostanziale dall’approccio che hanno invece le imprese tradizionali, le quali spesso si affidano a modelli già esistenti e collaudati anziché sperimentare nuove vie imprenditoriali.

Temporaneità

La temporaneità è un tratto distintivo delle startup, concepite non per rimanere in uno stato embrionale, ma per evolversi in imprese di successo.

Spesso, le startup rappresentano il periodo di avviamento, ovvero la fase iniziale di sviluppo, di un’impresa tradizionale.

Esempio eloquente di questo processo di crescita è Netflix che, come puoi leggere in questo articolo, è diventato in poco tempo un colosso dell’industria dell’intrattenimento.

Conclusioni

Quando le caratteristiche che abbiamo visto in questo articolo vengono a mancare, è più appropriato che si parli di impresa tradizionale.

Va sottolineato, però, che anche le imprese classiche attraversano una fase iniziale che può essere considerata una sorta di startup.

Questa fase iniziale del progetto richiede un’analisi approfondita del mercato, attraverso un business plan, e spesso coinvolge solo un limitato numero di collaboratori.