Può capitare, purtroppo anche abbastanza spesso, che si ottenga una diagnosi sbagliata quando ci si rivolge a un medico per una visita o un esame. Ad esempio, il medico non riesce a capire in modo chiaro la situazione oppure non riesce a diagnosticare la malattia, magari confondendola con un’altra.
Se il medico commette uno di questi errori, ovvero in caso di errata diagnosi medica, il risarcimento danni spetta di diritto. Tuttavia, riconoscere quando è il medico a sbagliare può non essere semplice e, quindi, ciò può rendere difficile ottenere il risarcimento.
Come riconoscere una diagnosi sbagliata
É bene chiarire che identificare una diagnosi sbagliata è molto complesso perché spesso si tratta di sfumature che, soprattutto all’occhio inesperto, possono confondere. Con diagnosi sbagliata, comunque, si intende un errore diagnostico che avviene quando il medico non riesce a inquadrare la patologia oppure lo fa, ma confondendola con un’altra e quindi in maniera errata. Ciò si verifica anche quando il medico non effettua esami diagnostici o strumentali, o non approfondisce il caso con ulteriori analisi per inquadrare meglio la situazione e riconoscere la patologia. Purtroppo, non si tratta di un’ipotesi così remota e capita spesso che un medico possa confondere una semplice gastrite con una forma tumorale o viceversa. Questo fa capire, quindi, quando sia una questione delicata stabilire una diagnosi sbagliata.
Inoltre, nel concetto di diagnosi sbagliata rientra anche il comportamento del medico che diagnostica una patologia inesistente. Soprattutto se si tratta di una malattia grave, come un tumore o di una condizione seria, come la sieropositività, ad esempio, i danni psicologici che questa errata diagnosi può arrecare alla persona possono essere gravi e influire sulla sua serenità e la vità quotidiana.
Rientrano nei casi di diagnosi sbagliata anche i ritardo nell’accertamento di una patologia grave che comportano un ulteriore ritardo nelle cure che, se invece fossero state effettuate in tempo, avrebbero potuto regalare, ad esempio, qualche mese di vita in più al paziente o migliorato comunque le sue condizioni.
Denunciare un medico per diagnosi sbagliata: quando si può fare
É possibile, quindi, denunciare un medico per diagnosi sbagliata e il professionista può andare incontro a conseguenze sia penali che civili. Proprio per questo la legge, per tutelare il medico e il diritto al risarcimento del paziente, ha imposto l’obbligo a carico di tutti i medici di stipulare un’assicurazione rc professionale medici. Esistono diversi portali specializzati in questo tipo di assicurazioni: uno dei più noti è https://rcmedici.eu/ .
La diagnosi sbagliata può arrecare danni più o meno gravi e ciò dà diritto al risarcimento, anche perché il paziente può aver avuto danni di natura patrimoniale derivanti dall’aver dovuto affrontare ulteriori terapie anche a sue spese.
Inoltre, come accennato prima, un’errata diagnosi medica dà diritto al risarcimento anche perché può sussistere un danno morale per aver influito negativamente sulla sfera psichica del soggetto comportando turbamento e sofferenza. Se poi la diagnosi tarda ad arrivare o non ha evidenziato una patologia grave esistente, si può denunciare il medico perché non si è potuto far valere il diritto a valutare il proprio stato di salute e decidere come intervenire di conseguenza.
É bene sapere che, in caso di morte del paziente in seguito a una diagnosi medica errata, anche i soggetti terzi, ovvero i parenti della vittima, principalmente quelli ritenuti “stretti” o conviventi, possono inoltrare la richiesta di risarcimento danni.
Diagnosi errata: come si può ottenere il risarcimento danni
Affidarsi a un esperto per richiedere il risarcimento danni in seguito a una diagnosi sbagliata è assolutamente importante perché, per ottenere il pagamento dei danni, è necessario che sussistano alcune condizioni specifiche e che non si siano presenti fattori che abbiano potuto influire sulla decisione del medico. Tra questi rientrano l’assunzione di farmaci che hanno potuto generare un quadro clinico confuso, l’omissione di informazioni importanti da parte del paziente o se si è trattato di un’intervento d’urgenza.
Ogni caso, quindi, va valutato a sé con estrema attenzione e vanno dimostrati anche i danni derivanti dall’errata diagnosi medica, soprattutto per quantificare la cifra che è possibile ottenere come risarcimento.