Marco Lodola e le sue lampade

L’artista Marco Lodola: la biografia

Nasce a Dorno, nel pavese, il 4 aprile del 1955. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze e Milano. Oggetto della tesi di Lodola, e successivamente punto di riferimento per la sua opera artistica, sono i Fauves e Matisse. All’inizio degli anni ’80 e insieme ad altri artisti che si raccolgono intorno alla Pinacoteca Luciano Inga di Milano, Marco Lodola dà vita al movimento artistico che prende il nome di Nuovo Futurismo, di cui Renato Barilli è il principale teorico.
Questa nuova corrente artistica, di cui fanno parte altri artisti italiani come Dario Brevi, si ispira e ripropone Le Avanguardie Storiche sulla base del concetto chiave di esaltazione della modernità, rielaborandola in nuovi canoni e con una spinta irrefrenabile e onnipresente verso nuove forme d’arte.

Nel 1994 è stato invitato ad esporre dal governo della Repubblica Popolare Cinese nei locali degli ex archivi della città imperiale di Pechino.
Nel 1996 ha iniziato a lavorare negli Stati Uniti a Boca Raton, Miami e a New York.
Ha partecipato alla XII Quadriennale di Roma e alla VI Biennale della Scultura di Montecarlo. Diverse le sue collaborazioni con scrittori contemporanei tra cui Aldo Busi, Claudio Apone, Marco Lodoli, Tiziano Scarpa e Giuseppe Cederna, e con musicisti: gli 883 di Max Pezzali, Timoria, Jovanotti, Andy (Bluvertigo) e Syria.

Nell’estate del ’98, su incarico della Saatchi & Saatchi, ha eseguito i disegni per le affiches di Piazza del Popolo a Roma, per l’Opera Lirica Tosca di Puccini.
Nel 2000 Lodola, da sempre legato al tema della danza, è stato incaricato dal Teatro Massimo di Palermo di realizzare ‘Gli avidi lumi’, quattro totem luminosi alti sei metri, raffiguranti episodi significativi delle nove opere in programmazione.

In Per l’occasione è stato realizzato un video-documentario di Sergio Pappalettera.
Le sculture rimarranno collocate nelle maggiori piazze cittadine, come è già avvenuto a Montecarlo, Riccione, e al Castello Visconteo di Pavia.

È stato autore delle opere assegnate ai vincitori dell’edizione 2001 del Premio Letterario Nonino. Nel 2001 è stato incaricato di curare l’immagine del Carnevale di Venezia. Per l’occasione la Fondazione Bevilacqua

La Masa ha organizzato la mostra ‘Futurismi a Venezia’ con opere sue e di Fortunato Depero.
Nel giugno 2002 ha creato la scultura luminosa A tutta birra dedicata alla figura del grande imprenditore Venceslao Menazzi Moretti, che è stata collocata nel nuovo parco cittadino di Udine, là dove sorgeva il primo stabilimento della famosa birra.

Nel 2003 realizza la luminosa Venerea nell’ambito della mostra Venere svelata di Umberto Eco tenutasi al Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles, per cui ha curato anche l’istallazione della facciata esterna e la mostra Controluce a Palazzo del Turismo di Riccione che nel 2004 è stata trasferita a San Paolo del Brasile (Museo Brasileiro da Escultura Marilisa Rathsam), Rio de Janeiro (Museo de Arte Moderna), Città del Messico (Polyforum Siqueiros), e al Museo Regional de Guadalajara.

Nel dicembre 2004 ha realizzato un albero di Natale ‘Natalino Venticinque’, opera luminosa di 5 mt. in metallo e plexiglas. Evento del Natale Fiorentino, l’opera è stata collocata in Piazza Strozzi.

Nel 2005 ha realizzato la maglia rosa per l’88° Giro d’Italia ed il logo per la trasmissione ‘Speciale per voi…’ di Renzo Arbore.

Lodola riceve incarichi da settori estremamente eterogenei: dalle industrie alle istituzioni pubbliche, dal mondo della cultura a quello della pubblicità. Famose le sue collaborazioni con Carlsberg, Coca Cola, Coveri, Dash, Ducati, Fabbri, Illy, Swatch e Seat.
In ambito teatrale collabora con l’Opera Tosca di Puccini e con il Teatro Massimo di Palermo, realizzando opere in perpex e neon dai colori vivaci.
Sicuramente un’icona del pop italiano, nel 1983 espone le sue prime opere uniche in plexiglass sia in Italia che in Europa.

È stato uno dei primi artisti europei a portare le sue opere a Pechino, su invito della Repubblica Cinese, esponendo nei locali degli ex archivi della città imperiale. Espone a Miami e New York nel 1996, partecipa anche alla XII Quadriennale di Roma nel 1995 e alla VI Biennale di Scultura di Montecarlo.

Come non ricordare il suo progetto del 1999 ‘Tazzine ballerine’ per Illy.
Realizza vari loghi e immagini per importanti istituzioni come le Olimpiadi Invernali di Torino, il Giro d’Italia, l’Arci, il Roxy Bar di Red Ronnie, la Fiat Avio, la Juventus e l’Air One. Colorati e suggestivi gli allestimenti di facciata che Lodola sperimenta con successo, come gli interventi sulla Ca’ d’Oro a Venezia durante la Biennale 2011.
Note le sue collaborazioni con personaggi della cultura e interpreti della musica italiana: Timoria, 883 di Max Pezzali, Jovanotti, Andy di Blue Vertigo e Siria hanno portato a questo artista grande popolarità.

Le sue opere d’arte: le lampade

Lodola combina l’arte visiva con altre discipline: letteratura, musica, cinema, design. Ben presto si avvicina all’uso di materie plastiche che modella e colora con una
tecnica personale attraverso l’utilizzo di colori acrilici.
Successivamente le sue ricerche lo portano a cercare di inserire fisicamente la luce nelle sue opere: nascono le sculture luminose, statue in plexiglas illuminate internamente con tubi luminosi, che caratterizzeranno tutta la produzione artistica.
Le opere di Lodola, oltre ad esprimere una rara eleganza informale, si inseriscono armoniosamente in qualsiasi stile di arredo, pur mantenendo una forte identità.
La personalità esplosiva determinata dall’atmosfera che soprattutto il lavoro di Lodola, quando illuminato comunica, ridisegna gli interni, in qualsiasi tipo di arredamento e stile.

Le sculture pin up di Marco Lodola

Marco Lodola è un artista a 360 gradi. Oltre alle varie collaborazioni del mondo musicale crea set per cinema, teatro, televisione e sfilate di moda. Quello che è certo è che ha creato un mondo: il mondo pop di Lodola. La scultura luminosa è il risultato più geniale. Oggi possedere una delle sue sculture luminose o una tela colorata significa avere a casa un pezzo di mondo.
L’aspetto che più colpisce nell’arte di Marco Lodola è il modo singolare con cui la luce, i colori, le forme delle sue opere rievocano esperienze e immagini quotidiane che ci accompagnano ogni giorno nelle metropoli che viviamo.
Quella di Lodola è un’arte per tutti, che tutti sono capaci di capire e apprezzare, perché rappresenta la vita di ogni giorno.
I suoi personaggi senza volto, le sue macchie di colore e le sue figure senza dettagli sono rappresentazioni simboliche moderne che alludono agli eidos ai tanti e vari aspetti della realtà che si impone nella sua immediatezza attraverso la semplicità delle forme stilizzate. E d’altra parte, l’idea è in definitiva -anche in senso etimologico- ‘forma, figura, modello’, qualcosa di offerto alla visualizzazione, rappresentazione schematica e visibile.

L’arte di Lodola (che è possibile vedere su https://www.artsail.art/it/artista/marco-lodola-1918) si inserisce tra pop-art e rappresentazione pubblicitaria, tra cinema -che ha bisogno di luce per attraversare la trasparenza del film- e fumetto.
Tra le più recenti forme artistiche ispirate alle nuove tecnologie e al neon di una metropoli dalla vita pulsante, le opere di Lodola trasmettono l’immagine di una realtà in movimento, un messaggio estetico di grande chiarezza, efficace perché di grande semplicità. Un messaggio universale che rimanda all’esperienza di ognuno di noi.