Il raffrescamento passivo come climatizzazione naturale

Per trovare le origini del raffrescamento passivo bisogna andare molto indietro nel tempo fino agli antichi Sumeri o i popoli del Medio Oriente che utilizzavano già alcuni metodi che oggi sono alla base dell’architettura ecosostenibile. La climatizzazione naturale degli ambienti basa i suoi principi proprio sulla natura, ciò significa che non necessita di dispositivi complicati o eccessivamente costosi come possono essere i moderni climatizzatori ma bensì sullo sfruttamento passivo dell’aria.

Climatizzazione naturale e risparmio energetico

Il principio alla base del raffrescamento passivo prevede lo sfruttamento dei moti dell’aria e la geotermia per abbassare le temperature all’interno di una struttura, che sia essa abitativa o per utilizzo industriale.

Per ottenere ciò bisogna fare in modo che la maggior parte dell’aria calda, presente all’esterno, non penetri all’interno e questo prevede l’utilizzo di materiali precisi e diverse tecniche che è possibile già trovare in edifici antichi di millenni. Tutto questo consente di poter risparmiare notevolmente sui costi di elettricità senza dover per forza rinunciare all’aria fresca, inoltre si ottiene una notevole riduzione degli impatti ambientali.

I sistemi di climatizzazione a base naturale

Ci sono diverse tipologie di condizionamento naturale dell’aria e sono:

  • Ventilazione ibrida, tramite immissione dell’aria a vento con assistenza di una ventola meccanica per l’estrazione della stessa;
  • Ventilazione a lato singolo, il ricambio dell’aria avviene tramite aperture poste sulle pareti che però sono soggette al moto naturale della stessa e quindi potrebbe essere discontinuo e poco efficace in posti poco ventilati o con vento che soffia in direzioni opposte all’apertura in questione;
  • Ventilazione passante, viene effettuata con il passaggio dell’aria tra due o più aperture poste su lati opposti ma alla stessa altezza l’una dall’altra;
  • Ventilazione combinata vento – effetto camino, prevede l’ingresso dell’aria da un’apertura posta più in alto rispetto a quella di uscita, inoltre la prima deve essere rivolta a favore di vento per consentire un flusso maggiore e più continuo.

Le tecniche di raffrescamento nell’architettura moderna

Al giorno d’oggi, per la costruzione di abitazioni, ma anche di capannoni o spazi adibiti all’allevamento di animali, vengono utilizzate le stesse tecniche del passato con qualche accorgimento maggiore per quanto riguarda l’estetica e l’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale. Una di queste tecniche riguarda le pareti perimetrali che vengono costruite con uno spessore maggiore per consentire un riparo maggiore, inoltre vengono spesso utilizzati materiali come mattoni crudi o pietra per consentire un maggiore ricambio d’aria in quanto di tratta di materiali ad alta traspirabilità.

Questa tecnica la si può trovare facilmente nei classici Trulli di Alberobello: queste abitazioni hanno poche o nessuna finestra e sono costruite con materiali spessi che non permettono all’aria calda di penetrare con facilità. Il peristilio, ovvero il patio, è considerato uno spazio molto importante all’interno di un’abitazione in quando consente di passare dei momenti di relax e, se posto in corrispondenza di uno specchio d’acqua come una piscina, consente di respirare aria fresca senza l’utilizzo di climatizzatori artificiali.

Tra le tecnologie moderne in grado di climatizzare gli ambienti sfruttando principi conosciuti già dall’antichità c’è anche il raffrescatore evaporativo. Questo sistema si basa su un processo naturale che consente di abbassare notevolmente la temperatura dell’aria senza l’utilizzo di complicati sistemi di climatizzazione. Il raffrescatore adiabatico è raccomandato per grandi spazi come industrie, allevamenti, scuole, centri commerciali e simili, a patto di lasciare una porta aperta per consentire un ricambio d’aria continuo. Tra i vantaggi si possono annoverare aria sempre pulita e grande risparmio energetico.